Oltre i muri

E. Challier e V. Costantino

Progetto artistico su “lo spazio dell’opera e lo spazio intorno all’opera”, sculture lignee di Enrico Challier e fotografie di Valentina Costantino.
Questo progetto di andare “Oltre i muri”, nasce dall’interazione di due esigenze culturali sinergicamente compatibili: da un lato il desiderio da parte di un artista (e del suo gallerista) di far conoscere nel modo migliore possibile le proprie sculture, di farle apprezzare da una prospettiva di visione più allargata e socialmente vitale; e dall’altro lato, l’impegno di quelli che desiderano fare qualcosa di concreto per sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni competenti circa il desolante degrado di edifici che rappresentano tasselli fondamentali dell’identità architettonica e della memoria storica e sociale della città di Pinerolo.
L’idea è stata quella di far “visitare” questi posti dalle esili e slanciate figure femminili scolpite da Challier (ambasciatrici, per l’artista, di una vagheggiata bellezza sola utopica speranza di salvezza del mondo), in modo da creare uno straniante cortocircuito capace di attivare una sorprendente visione degli ambienti esplorati. Grazie alle ben studiate collocazioni delle opere e alle suggestive inquadrature fotografiche, viene innescato il fascino della “estetica delle rovine”, e cioè quello che fa percepire almeno per un attimo, in una dimensione sospesa e contemplativa, tutta l’intensità del tempo di cui sono impregnati antichi spazi aulici pieni di polvere e calcinacci, poderosi muri sgretolati, sale e stanze con resti di arredi e oggetti, e capannoni pieni di macerie e rifiuti, luoghi che sono ormai solo un ricettacolo di volatili e gatti randagi.
È il gentile e fatato incanto che le belle sculture irradiano a farci vedere le cose da una tale angolatura. Ma questo incanto, che rimane fissato solo virtualmente nelle immagini fotografiche, scompare ben presto e, quando si rimettono i piedi per terra, ci si trova di nuovo di fronte alla dura realtà di una triste situazione che la città tenta di rimuovere dalla sua coscienza collettiva, fingendo di dimenticare la sua esistenza invece di reagire e mettere in atto un processo virtuoso per arrivare a curare queste tristi metastasi urbane.

In mostra sono esposte dodici sculture lignee di Challier, ambientate sullo fondo di scatti fotografici di grande formato della Costantino, selezionati per evocarne i luoghi, documentando e valorizzando visivamente il singolare fascino di questo dialogo temporaneo. Dopo le coraggiose trasferte esterne (in posti come le vetuste vestigia del Palazzo degli Acaja, gli ultimi due piani del barocco Palazzo Vittone gli ambienti legati al glorioso passato equestre dell’ex scuola di Mascalcia e le fredde strutture industriali dell’ex merlettificio Turck), le statue sono fatalmente ritornate negli spazi deputati all’arte, dove potranno essere tranquillamente ammirate dai visitatori. Ma la loro avventura, la loro missione ambientale ha generato un lavoro fotografico che ha una sua propria specifica qualità artistica. Un valore aggiunto essenziale per il senso complessivo della mostra.

Francesco Poli


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Credits: F. Calabrò (video), M. Challier, V. Costantino