Un’altra onda

Claudio Vigna

Claudio Vigna spinto da un bisogno interiore, legato all’emozione del momento, compone da tempo, languide e trasognate atmosfere marine dove cielo emare si incontrano magicamente.
La tecnica da lui prediletta è l’acquarello, caratterizzata da un’immediatezza visiva, capace di sorprendere e di meravigliare. Con questa tecnica, che non ammette ripensamenti e sovrapposizioni, l’artista descrive innumerevoli visioni marine dove silenti imbarcazioni, come in una sequenza filmica irreale, sono colte durante attimi di solitudine. Sembra che queste imbarcazioni appartengano ad una realtà dove la vita e il suo fluire si sono fermati. Le barche in lontananza possono quindi essere paragonate alle attrici di una raffinata rappresentazione teatrale, mentre il mare, con i suoi ritmi ripetuti, le accarezza, le solleva o le asseconda.
A volte appare un’onda con una presenza quasi malinconica che si dilata nei colori acquosi e diafani del mare, negli istanti effimeri dell’alba o del tramonto, quando ogni emozione assume una dimensione senza tempo.
Osservando queste opere ci si può facilmente richiamare a un Chiarismo di marca lombarda. I toni appena accennati, i guizzi della luce, certe sfaldature cromatiche: tutto corrisponde a una definizione figurale, catturata dagli occhi e fermata nella memoria. Nelle marine la tematica deriva ovviamente dal dato reale, al quale Vigna aggiunge infinite valenze, al di fuori di un tempo determinato. Più in specifico si può affermare che, all’immediatezza dell’esteriorità, ovvero il paesaggio che ci troviamo di fronte, l’artista ricerca gli stimoli interiori, in quel comporsi sottile di immagini e suggestioni. E quindi la realtà si trasforma in poesia del vivere.

Cinzia Tesio


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Credits: Archivio Claudio Vigna