Challier Enrico


Enrico Challier nasce nel 1974 a Pinerolo (TO). Dopo il diploma di maturità scientifica e la laurea in Scienze Politiche, dal 2000 comincia a scolpire, cogliendo nella scultura la forma di espressione che più si avvicina al suo temperamento.
Docente di scultura e tecnologia del legno presso l’Istituto Professionale Engim di Pinerolo, ha partecipato a numerosi concorsi, affermandosi in Italia e all’estero, vincendo primi premi in Belgio, Francia, Svizzera oltreché in Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino.
Oggi vive a Frossasco e lavora a Pinasca, in uno studio situato al margine di un bosco.

Si percepisce nelle opere di Challier il profondo amore per la materia-albero: la bellezza nervosa propria del fusto, la maestosità delle fronde che si stagliano eleganti nell’aria. Soltanto con queste premesse è possibile comprendere lo spirito-guida dell’artista che lo conduce nella realizzazione delle sue fanciulle; in ogni sua creazione si manifesta così il fascino acerbo e frizzante delle giovani donne; Challier dà origine ad una potente miscela di elementi sensuali e aspri che ricordano le fammes fatales delle icone femminili di Alphonse Mucha.
All’interno del suo laboratorio Enrico raccoglie tronchi apparentemente muti, sistematicamente li ordina secondo suoni silenziosi e la conformazione naturale. Il legno scolpito dall’artefice germina di figure mosse da aliti ignoti, sguardi austeri e misteriosi, arti scolpiti alla miniera bizantina ma affini alla cruda espressione. Completano le opere pigmenti e lamine dorate che evidenziano gli elementi fondamentali di ogni singola scultura.
La riformulazione della materia avviene attraverso due momenti strettamente legati. La fase lenta della gestazione del pensiero, l’appropriarsi di un respiro, di un sussurro, anelito coltivato attraverso forme che gradualmente si potenziano e assumono profili; la fase veloce in cui gli ingombri, considerati d’ostacolo alla figurazione, vengono rimossi con urgenza poetica attraverso l’utile supporto di moderni mezzi meccanici, si sfronda con rapidità l’inutile michelangiolesco, con amore per la materia e per il dramma in questa contenuta, l’artista si affida alla sgorbia, allo scalpello fine, alla lucidatura.

Elena Piacentini


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Credits: V. Costantino