La perenne novità della tradizione figurativa

Collettiva

Un ideale e reale incontro con gli artisti che hanno alimentato pensieri, sentimenti, ammirazione, fantasia degli appassionati dell’arte. Oltre ad essere un coro sinfoniale di alcuni artisti che hanno lambito la vita della Galleria Losano, la mostra vuole rendere omaggio al fondatore Pierluigi Losano, che il 6 settembre 1980, inaugurava lo spazio della storica sede di Via B. d’Usseaux, accanto all’emblematica Cavallerizza Caprilli.
Lungo il percorso espositivo le opere degli artisti che da tempo vi albergano, a cominciare da Tino Aime nell’atmosfera intensamente raccolta della sua neve, nella magia delle sue finestre. Le colline di Montiglio Monferrato, con i ciliegi in fiore della Provenza sono l’en plein air di Beppe Avvanzino. Non poteva mancare Michele Baretta che schiude dai nervosi ulivi liguri l’incanto del mare di Noli e si ferma indugiando, sulla draga in riva al Po. Rose rosa delicatissime emergono dalla luce e dall’ombra nel gioco chiaroscurale di una semplice scodella: è l’arte di Guido Bertello presente anche con un’onirica visione con carrettino e l’architettura di una fornace. Il sole d’autunno picchiettato e rosato, speculare in orizzontale, si confronta con una silenziosa e calda alba nata dalla sensibilità cromatica di Alfonso Birolo. È un gioco di piani in ascesa verso il cielo: vette, colline, pinete in Val Ferret si misurano altrove col domestico villaggio del Laux nella Val Chisone di Giovanni Carena. Non solo l’omaggio floreale di una mimosa ma l’eleganza di due nobili cavallini plasmati dalla scultrice ci presentano l’arte di Graziella Dotti. Due silenziose nature morte ci conducono all’incanto pittorico di Mario Faraoni, mentre Lia Laterza esulta con quel drappeggio che fa da sfondo non secondario al suo cassetto misterioso con ortensie. Avvince il cromatismo dell’acqua sulla chiatta del Po nei riflessi verticali di Sandro Lobalzo; inteneriscono le visioni del naif Francesco Maiolo dalle campiture terse e raccontate, mentre un robusto Vinicio Perugia anima i tronchi delle sue betulle. Secchielli su un prato in fiore, botanicamente scientifico, pittoricamente poetico, sono impaginati da Sergio Saccomandi, sempre alto. Una modella dal movimento contenuto e raccolta, sensibilissima nel suo plasticismo, anima un’occasionale sedia d’appoggio creata da Sergio Unia.

Mario Marchiando Pacchiola


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Credits: Archivio Aime, Archivio Avvanzino, Archivio Baretta, Archivio Bertello, Archivio Carena, Archivio Faraoni, Archivio Lobalzo, Archivio Maiolo, Archivio Perugia, Archivio Saccomandi, Archivio Unia