Gli occhi del bosco

Vinicio Perugia

La pittura di Vinicio Perugia è un sorprendente viaggio nella natura, tra il silenzio ovattato di un bosco innevato, cime ardite svettanti verso il cielo passando attraverso gorgoglii di ruscelli, sassi e inestricabili grovigli di rami, fino ad arrivare tra le nuvole, cercando stelle in fondo alle pozzanghere.
Perugia sembra rieducarci a vedere ed amare ciò che abbiamo sempre avuto sotto i nostri occhi eppure abbiamo distrutto senza scrupoli. L’arte come mediazione. “Ho sognato la terra com’era, l’ho raffigurata“. Il pittore che guarda essenzialmente. Guarda e vede. Sceglie, si fa scegliere. Abita latitudini appartate, frequenta consuetudini, forse va in cerca di qualcuno che in fondo gli somigli, così scrive di lui Giorgio Cattaneo nel testo di presentazione della mostra. Divaga tra sospetti inoffensivi e familiari come gli alberi che dormono sul lago, quelli che si nascondono nel coro della vegetazione e gli altri i solitari, di scorza resistente, di anima rocciosa. Esili rami frastornati, gremiti di cielo. Neve giovane che scende alla sprovvista e si fa mare, fondendosi nell’aria impalpabile che acceca l’orizzonte chiaro in gioia e luce. Un attimo di serena contemplazione per riappropriarci della nostra vera appartenenza.

[…] É nomade lo sguardo, ricorda un vecchio blues, canta un amore stanco e inesauribile per tutta quella terra, la materia che ti può cadere in tasca sotto forma di felicità, schiaffi di vento e sassi, cortecce e inestricabili grovigli, poveri paradisi a specchio sul miracolo dell’acqua.

L’inverno, Vinicio Perugia e la sua musica. Il suo racconto mite, errante tra dirupi e forre, amico e vigile, in vena di dettagli sulla sorte di penombre che fraseggiano universi […].

Giorgio Cattaneo


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Credits: F. Borrelli, Archivio Vinicio Perugia