La Terra vista dal cielo

Yann Arthus-Bertrand | Galleria Losano

Venerdì 9 settembre 2022 alle ore 18.00 inaugurerà la mostra fotografica La Terra vista dal cielo di Jann Arthus-Bertrand, presso gli spazi espositivi della Galleria Losano Associazione Arte e Cultura in via Savoia 33 a Pinerolo (TO) e sarà visitabile fino al 6 novembre 2022.

Orari: lun-ven h.16/19 e sab-dom h.10/12 e 16/18. Dal 9 ottobre apertura solo i weekend o su appuntamento.

La mostra si inserisce in un più ampio percorso espositivo, promosso dal Rotary Club di Pinerolo e dal Comune di Pinerolo, che ospiterà presso la Cavallerizza Caprilli il progetto fotografico La Terre vue du ciel del noto fotografo e ambientalista francese Jann Arthus-Bertrand che ha dato vita a un inventario di paesaggi del mondo per testimoniarne la bellezza e promuoverne la salvaguardia.

In Galleria saranno esposte 25 fotografie fine-art che riproducono paesaggi terrestri fotografati dal cielo: dai mari delle Maldive ai banchi di sabbia dell’Australia, dalle anse dei fiumi d’Islanda alle risaie del Madagascar, dalle piantagioni del tè in Kenya alle paludi del Sudan, dalle rive del Bangladesh ai campi di cotone in Burikina Faso.

Le immagini sono frutto di un lavoro ventennale durante il quale Bertrand ha sorvolato a bordo di un elicottero i cinque continenti documentando lo spettacolo della natura, tra meraviglie e fragilità. Queste fotografie sono diventate immagini-simbolo che portano con sé un valore estetico ed etico: da un lato colpiscono per la potenza iconografica e artistica e, dall’altro, denunciano i cambiamenti ambientali in corso.

Il cielo è il punto d’osservazione privilegiato per contemplare la terra, un vero e proprio cambio di prospettiva dal quale è nato un atlante fotografico del mondo, che ha le caratteristiche del catalogo artistico e del progetto scientifico.

L’albero della vita, Tsavo-East National Park, Kenya

Fenicotteri sul lago Nakuru, Kenya

PRESENTAZIONE
Luca Mercalli – Presidente Società Metereologica Italiana
Ho già scritto una presentazione a un’esposizione di eccezionali immagini di Yann Arthus Bertrand dieci anni fa. Già allora non c’era alcun dubbio sul precipitare della situazione climatica e ambientale. Dopo un altro decennio, due altri rapporti sul clima delle Nazioni Unite, una straordinaria enciclica ambientale di papa Francesco, migliaia di altri articoli scientifici sulla crisi climatica ed ecologica, e innumerevoli segnali concreti dell’incalzare dell’emergenza, tra alluvioni, ondate di caldo africano, siccità, incendi, tempeste e ghiacciai in agonia, siamo ancora qui fermi a domandarci se fare e che fare. Allarmi che allora erano ancora pacati, ora si fanno sempre più preoccupati, insieme agli appelli del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, che senza peli sulla lingua dice chiaro al mondo che ci stiamo avviando al suicidio collettivo. Eppure nulla succede. Anche se i risultati delle ricerche scientifiche condotte con protocolli seri e verificabili arrivano oggi – grazie alla rete – anche all’informazione di massa, non sono sufficienti a smuovere l’opinione pubblica.
Ecco che allora una forma di comunicazione così esplicita ma pure così raffinata come quella di Yann Arthus-Bertrand potrebbe contribuire a promuovere una maggior consapevolezza da parte della società. Le vaste immagini aeree di quanto di bello è rimasto sul pianeta e di quanto di brutto ne prende il posto, trasformano la razionalità scientifica in emozioni, e le emozioni, si sa, passano più facilmente nella testa e nel cuore degli uomini. La Terra vista dal cielo da Yann Arthus-Bertrand ci appare abbastanza lontana da essere percepita come un luogo unico e irripetibile, ma abbastanza vicina per osservarne in dettaglio la bellezza e la fragilità. E soprattutto queste immagini non si limitano a proporre la retorica della ricchezza naturalistica del pianeta, ma contrappongono ai paradisi forestali, oceanici e montani una radicale denuncia dei misfatti umani degli ultimi cent’anni. Il film Home del grande fotografo francese è un capolavoro di sintesi sull’evoluzione della Terra e dell’Uomo, e nella sua parte finale, in un accelerarsi di sequenze, passa dall’agricoltura arcaica ai grattacieli americani e cinesi, ci investe con masse brulicanti di un’umanità che scava, risucchia, taglia e preleva ogni risorsa offerta dal globo e restituisce fumi, scorie, rifiuti e rottami. Il ritratto di un pianeta sovra sfruttato.
Che queste immagini emozionanti possano indurci a rientrare prima possibile nei limiti che ci sono concessi.

Serpeggianti nel fiume Tuul, a sud di Lün, Mongolia

Tsingy of Bemaraha, Regione Morondava, Madagascar

BIOGRAFIA

Fotografo e ambientalista, Jann Arthus-Bertrand ha pubblicato oltre 60 libri fotografici tra cui Lions (1981), Uomini e animali(1999), La Terra vista dal Cielo (2000) che è stato tradotto il 24 lingue e ha venduto più di 3 milioni di copie. Da questo progetto editoriale è nata l’omonima mostra itinerante che è stata ospitata in oltre 110 città e ha radunato quasi 120 milioni di visitatori.
La sua passione per la fotografia naturalista inizia nel 1976 durante un lungo soggiorno nella riserva dei Masai Mara in Kenya dove scopre la vocazione per la fotografia aerea grazie a voli in elicottero e mongolfiera. Nel 1991 fonda Altitude, la prima agenzia specializzata in fotografia aerea, e nel 1994 realizza il progetto La Terre vue du Ciel con al patrocinio dell’UNESCO.
Tra i più recenti lungometraggi di cui è regista: Planet Ocean (2012) con Michael Pitiot, Human (2015) e Woman (2019). Ospite a San Servolo della II edizione di Venezia Photo ha raccontato il suo impegno con l’organizzazione ecologista GoodPlanet da lui fondata nel 2005.

Balena vicino alle coste della Penisola di Valdes, Argentina