Morbelli Gigi

Nato a Orsara Bormida (AL) il 3 gennaio del 1900, Gigi Morbelli ha frequentato inizialmente l’istituto tecnico ad Alessandria e il Politecnico a Torino; in seguito, nel 1923 si è iscritto all’Accademia Albertina di Belle Arti allievo dapprima di Luigi Onetti, poi di Giacomo Grosso e Cesare Ferro.
La sua vicenda artistica si è snodata attraverso una serie di esposizioni in gallerie pubbliche e private, in una ricerca espressiva che sin dal 1934 si è posta in evidenza con La Pietà, un’importante tela che nel 1978 venne poi esposta alla Galleria d’Arte Moderna di Torino nella mostra Torino tra le due guerre.
Nel 1934 hanno avuto inizio le sue presenze alle rassegne della Promotrice Belle Arti ed alle quadriennali di Torino. Dal 1941 al 1955 Gigi Morbelli è stato docente di figura disegnata presso il Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino; nel 1946 ha esposto al Circolo degli Artisti (appartengono a quel periodo le importanti e significative realizzazioni con la tecnica della tempera all’uovo), nel 1954 ha esposto nuovamente a Palazzo Granieri un ciclo di delicatissimi disegni. Successivamente ha partecipato con esposizioni al Piemonte Artistico Culturale (fin dalla sua fondazione che risale al 1957), alla Galleria Mercurio di Biella (1964), alla Quadriennale di Torino (1964).
Le sue opere sono state premiate alla Biennale di Ancona (1967), al Museo d’Arte di Parigi (1966), alla Promotrice Belle Arti di Torino (1965). Tra le ultime più importanti esposizioni non si può dimenticare l’antologica del 1976 presso la Galleria Pirra di Torino e l’importante mostra postuma che il Circolo degli Artisti gli ha dedicato nel 1982.



Un “classico” del Novecento – [estratto]
Angelo Mistrangelo

[…] In Gigi Morbelli la “classicità” dell’interpretazione figurale, l’estrema purezza delle forme, la linea che determina la composta volumetria delle immagini femminili, costituiscono gli elementi essenziali di un dipingere emergente da remote sensazioni e da un clima sospeso e psicologico. Si avvertono nelle sue nature morte, nei volti dolcissimi, nell’elegante disposizione delle ballerine che a tratti ricordano l’impressionista Degas, un sapore e un’atmosfera lontani dalla tragicità del vivere odierno. Si “sente” nella sua opera il senso di un amore profondo per un’arte dal rigoroso impianti compositivo e dalla sottile liricità: immagini assorte, sguardi appena turbati da un velo di malinconica attesa. Vi è dunque in queste “testine” una aristocratica e riposata definizione lineare, vi è “una straordinaria pace spirituale, un calmo lume che dà incantevole vita alle immagini” (Marziano Bernardi). […]

VISITA LA MOSTRA – L’ESTREMA PUREZZA DELLE FORME

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Credits: Archivio Galleria Pirra, Archivio Galleria Losano