Kandinskyana

Paola Mongelli

La mostra fotografica Kandinskyana di Paola Mongelli inaugura sabato 7 maggio 2022 alle ore 17.30 presso gli spazi espositivi della Galleria Losano Associazione Arte e Cultura in Via Savoia 33 – Pinerolo (TO) e sarà visibile fino a domenica 12 giugno.

La mostra espone un progetto fotografico nato nel 2019 durante una passeggiata d’inverno lungo una spiaggia bretoneerano gli ultimi giorni dell’anno, l’aria era velata e gelida. Sotto i miei passi, forme e segni lucenti erano disseminati sopra un immenso tappeto di sabbia, reperti ancora umidi che il mare aveva da poco abbandonato – così racconta Paola.
Un forte richiamo la invita a dipingere – tiro fuori la mia macchina fotografica e inizio a comporre quadri – e come una rabdomante entra in empatia con la natura, cogliendone l’essenza profonda e rintracciando quella tensione invisibile che trasforma un semplice paesaggio in composizione artistica.
L’artista ci porta in un altro regno, che non è più quello della natura ma quello artificiale dell’astrazione, dove ogni elemento marino diventa segno, codice e simbolo.
Le immagini ritraggono ritagli di spiaggia, porzioni di una distesa smisurata, frammenti combinati insieme dalla casualità e dall’imprevedibilità del moto del mare: Paola non tocca e non altera nulla – non c’è niente da migliorare quando la natura offre il suo spettacolo.

Sospesa tra astrazione e realtà, nasce così Kandiskyana, una serie di fotografie che rendono omaggio a Kandinsky e al suo pensiero compositivo. L’ispirazione viene da Lo spirituale nell’arte e Punto Linea Superficie – saggi di estetica, veri e propri contributi all’analisi degli elementi pittorici, che raccolgono le lezioni teoriche tenute dall’autore alla scuola del Bauhaus nel 1922.

Kandinskyana 19 – Stampa digitale a pigmenti, cm 40×60 – 1/5

Kandinskyana 15 e 02 – Stampa digitale a pigmenti, cm 40×60 e cm 100×70 – 1/5

________________________________________

PASSEGGIATA CON IL CAVALIERE AZZURRO
di Paola Mongelli – Novembre 2019

L’occhio aperto e l’orecchio vigile trasformano le più piccole scosse in grandi esperienze. Come esploratori che si addentrano in paesi nuovi e sconosciuti, noi facciamo scoperte nel mondo quotidiano, e il nostro ambiente, altrimenti muto, comincia a parlare in un linguaggio sempre più chiaro. Così i segni morti diventano simboli viventi, e ciò che è morto diventa vivo”.
Così scriveva Vassily Kandinsky nel 1926.
Ho letto Punto linea superficie e Lo spirituale nell’arte a vent’anni, sono stati i primi testi che hanno nutrito gli anni giovanili della mia formazione. Le teorie di questo grande artista sull’arte e sulla composizione hanno un valore mistico e spirituale, ancor più che estetico. Solo oggi mi rendo conto di quanto il suo pensiero  sull’arte e sulla vita mi abbia profondamente segnata.
È stato grazie al mare che ho avuto l’occasione di ritrovarmi immersa in questa dimensione, passeggiando su una spiaggia bretone in un pomeriggio d’inverno. Erano gli ultimi giorni dell’anno, l’aria era velata e gelida. Sotto i miei passi, forme e segni lucenti erano disseminati sopra un immenso tappeto di sabbia, reperti ancora umidi che il mare aveva da poco abbandonato.
All’improvviso il cielo e il mare, così presenti fino a un momento prima, sembrano scomparire ai miei occhi, e in quell’istante sento forte un richiamo…ho come la sensazione di essere presa per mano da un cavaliere misterioso arrivato da molto lontano, che mi invita a dipingere. Tiro fuori la mia fotocamera e inizio a comporre quadri.
Sospesa tra astrazione e concretezza mi metto a ritagliare, attraverso la cornice dell’inquadratura, frammenti rigorosi che scompongono, nella mia percezione, l’unità di quella distesa smisurata. Non tocco e non altero nulla, non c’è niente da migliorare quando la natura offre il suo spettacolo.
Smetto di pensare, e una voce raggiunge il mio orecchio per sussurrarmi: “sono le configurazioni date agli elementi, non gli elementi stessi, a conferire tensione ed energia trasformando la realtà inerte in pulsione vitale…quando crei delle relazioni all’interno del campo, nascono quelle vibrazioni interne che fanno palpitare la materia di colore e forma… è nell’esperienza della visione che la realtà si anima, è il nostro sguardo a dare un senso al mondo.”
Il mare mi ha regalato la possibilità di rendere omaggio a Kandinsky attraverso questa serie di fotografie. Ringrazio questo maestro per avermi insegnato a non separare il materiale dall’immateriale, a percepire il sacro nell’ordinario. Mi ha permesso di assorbire un po’ di quella sensibilità orientale, che riconosce nel carattere instabile e transitorio di ogni cosa che esiste, la vera bellezza e la vera ricchezza della vita.
E se, come dice Aristotele, l’anima è la forma del corpo, ci si può smarrire riflettendo sul senso della visione, sulla dicotomia forma/contenuto, sui legami tra essenza ed apparenza. Con il rischio di innamorarsi di ogni istante del film della vita…e  in questo la fotografia è il complice ideale.

Kandinskyana 03 – Stampa digitale a pigmenti, cm 100×70 – 1/5

Kandinskyana 25 – Stampa digitale a pigmenti, cm 40×60 – 1/5