MONGELLI PAOLA


Negli anni Novanta si laurea in Scenografia all’Accademia Albertina e studia fotografia con Giorgio Avigdor e con Enzo Obiso. Intraprende una ricerca attraverso il bianco e nero in cui sperimenta in modo personale le tecniche di stampa fine-art in camera oscura, dando vita ad opere in tiratura limitata o unica. Nel 1998 inizia ad esporre le sue fotografie, che oggi sono parte di numerose collezioni.
Con i suoi soggetti instaura un dialogo fatto di empatia e contemplazione. Ne emerge una riflessione sulla condizione umana che evoca corrispondenze tra l’individuo, la natura e i suoi elementi; l’esplorazione di sé e l’osservazione del mondo si fondono in un’unica esperienza. Parallelamente si dedica allo studio del ritratto, realizzandone moltissimi su commissione.
L’attrazione verso la scrittura, in particolare per la poesia, la porta a cercare nella parola scritta un’ulteriore fonte di ispirazione e una chiave spesso decisiva per il concepimento delle sue immagini. Molteplici infatti i rapporti di collaborazione con poeti e scrittori, come con Dario Capello, autore del saggio “Paola Mongelli. Della Visione inquieta” (2009), lo scrittore genovese Marco Ercolani, interlocutore e complice privilegiato nelle indagini sul tema del buio, con l’autore multimediale Andrea Balzola e le scrittrici Graziella Bonansea e Lucetta Frisa.
Negli anni recenti abbraccia per la prima volta nelle sue fotografie la dimensione del colore e inizia ad esplorare i linguaggi della performance e del disegno, privilegiando i temi legati al corpo, allo sguardo e alla natura.
A partire dal 2008 conduce corsi e seminari in materia di fotografia e di educazione alla visione (Istituto Europeo di Design, Collegio Universitario Einaudi, Centro Interculturale di Torino, Centro Agape). Insieme all’artista Petra Probst cura dal 2010 al 2015 il progetto artistico-formativo Necessità del volto. Attualmente insegna Ritratto Fotografico all’Accademia Ligustica di Genova.
Nel settore pubblicitario collabora dal 2009 con l’Agenzia Anna Contestabile, nello stesso anno il marchio Knorr seleziona alcuni ritratti del ciclo “Mio padre è un cuoco” per una delle sue campagne.