Rovine abitate

Fabio Petani – Pinerolo

Luoghi che hanno perduto la storia.
In cui l’esperienza del tempo si intensifica.
Luoghi in cui l’arte c’è ma non si vede.
In cui lo spazio crea l’arte e l’arte crea lo spazio.
Luoghi che incontrano l’arte e tornano a raccontarsi, diventando memoria condivisa e generatrice.
In cui l’arte indaga spazi indecisi e paesaggi interrotti. 

Stiamo parlando dell’arte nei luoghi dell’abbandono che diventano campo di indagine e di ricerca per artisti, fotografi e architetti.
A Pinerolo esistono amabili ruderi che offrono ombra e riparo ai nostri fantasmi, dove le rovine abitate dall’arte provocano un effetto da museo.
L’emozione è di ordine estetico, come una desolazione decorata. Un fascino svagato e ozioso, ma al contempo ambiguo e dolente.

Vi chiediamo di attivare il terzo occhio, quello della meraviglia. Quello della poesia incerta, leggera ed effimera come un pensiero contro vento. 
È l’arte stessa a far emergere e a investire di nuovo valore simbolico anche ciò che è stato dimenticato. Illuminando l’ordinario, l’arte urbana irrompe nell’indifferenza con il suo potere evocativo che si fa stimolo culturale e chiave di lettura.
La bellezza è una vocazione, bisogna essere disposti ad andare “oltre i muri” e intravedere una soglia che dà l’accesso a nuovi spazi di interpretazione.

La presenza dell’arte può essere uno stimolo a riscoprire il messaggio, rinnovando la loro capacità di generare senso. Un modo di vedere che diventa un invito a partecipare a questa suggestione. 
Così facendo, l’artista urbano consegna un messaggio alla città con gentilezza. E vi invitiamo a fare come lui, entrare in questi luoghi con lo stesso animo gentile.

Inaccessibilità dei luoghi e l’inevitabile scomparsa degli interventi nel tempo, rendono di fatto queste opere invisibili e immateriali per gran parte delle persone, avvicinando l’artista urbano al land-artista. Di questi interventi effimeri non rimane che il reportage del viaggio, documentato in occasione di SEMINA RERUM e OLTRE I MURI (clicca sulle mostre).

Rovine abitate da Fabio Petani

Dalle rovine germoglia il seme di Fabio Petani
Gli elementi erborei e chimici nascono dal cemento e fioriscono sui muri, convivendo con efflorescenze e parietarie. Petani parte da un nucleo estetico e concettuale solido per espandersi secondo le variazioni suggerite dal contesto: le forme geometriche vengono sottratte e mutuate dalla realtà organica per adattarle alla realtà urbana. Nella sua definizione più semplice la geometria è la misurazione delle terra, un sistema preciso progettato dell’uomo per regolamentare l’andamento delle forme nello spazio e nel tempo. Qui diventa motivo d’ispirazione per aprire nuovi spazi per l’interpretazione. Oltre ogni mero decorativismo, gli elementi floreali mirano sempre a instaurare una relazione tra opera e luogo, lasciando spazio a un significato che va oltre la pura rappresentazione figurativa. 

“Ogni elemento chimico, come ogni pianta, ha in qualche modo una connessione con l’ambiente, lo spazio o il contesto dove il murale viene realizzato. Entrambi sono peculiari al decadimento e all’abbandono, ma la natura, invadendo gli edifici in disuso, si riappropria del suo posto e dà origine a un contrasto armonico tra la morte di una struttura e la rinascita della vita. Fabio Petani nasce come street artist e i lavori, principalmente i murales, rappresentano il dualismo vita-morte, modellandosi sulla storia dei luoghi e mescolandosi armonicamente ad architetture industriali decadenti e dimenticate. Gli interventi infatti sono realizzati affinché l’opera diventi parte del percorso di trasformazione del muro stesso”.
Flavia De Marco 

Backstage Semina Rerum

Credits: Archivio Galleria Losano Associazione Arte e Cultura