Sulla linea

3^ Biennale Città di Pinerolo

Sulla linea
di Paolo Grassino

7 settembre 2023 – 7 gennaio 2024

Orario di visita Cavallerizza Caprilli (Viale della Rimembranza, 3)
Sabato h 15-18 | Domenica e feriali h 10-12 e 15-18
Orario di visita Galleria Losano (Via Savoia, 33)
Sabato, domenica e feriali h 10-12 e 16-19

«Cerco di registrare fatti, l’emotività, le contraddizioni, però la partenza, l’idea iniziale, non avviene dalla cronaca ma da accadimenti, memorie o amnesie connesse con il tempo. Di conseguenza vado a ritroso per cercare l’aspetto atavico di un fatto con l’intento di trovare un’universalità», così Grassino introduce la mostra Sulla linea presso la Galleria Losano, parte integrante del percorso artistico di Scultura diffusa – 3^ Biennale Città di Pinerolo (Incursioni di Paolo Grassino), che si dirama dalla Cavallerizza Caprilli verso la Biblioteca Alliaudi, per proseguire fino a San Maurizio. 
Se la Cavallerizza Caprilli è il luogo della potenza esplosiva, del fragore e del pianto (con lo schianto dell’aereo Mig 15 e il ciclo di opere di Guerra è sempre), la Galleria Losano è invece la dimora del silenzio, dove è celato proprio quell’aspetto atavico a cui fa riferimento l’artista.
È qui che in corpi simili a crisalidi fossili, pietrificate da un tempo eterno, è conservata la genesi del lavoro di Grassino, che affronta il dolore come condizione umana e lo rappresenta con potenza drammaturgica.
Le forme dei giacconi in cemento assumono, come in una metamorfosi, le sembianze di carapaci o di corpi preistorici (o post-storici), attraversati da una “linea” invisibile (in tempi di visibilissimi e cruenti confini geografici) che separa senza tagliare. Da una parte c’è l’essere, dall’altra il nulla. Di là c’è il vuoto, di qua c’è l’esistere. 
Alle pareti volti anonimi sembrano tentare di assumere un’identità negata, teste embrionali visualizzate come ombre ecografiche, inequivocabili contraltari dei calchi del volto dell’artista presenti negli spazi espositivi al piano superiore della Cavallerizza (Senza nome) o dei personaggi incappucciati (Serie Zero) nell’atto di tramutarsi in natura arborea sul retro della Biblioteca Alliaudi. Le opere appaiono così come «linee» di demarcazione, «monumenti» nel senso etimologico del termine, monere non solo come «ricordare» ma anche come ammonimento, divisione e presagio, «mi sento sul limite prima di una frattura sociale e civile irreversibile».