Pietre che parlano

Cava delle Tube e Pietra di Luserna

“La pietra è della terra, ma quando viene lavorata riceve il cielo e diventa architettura”.
Christian Norberg-Shulz

Un elogio all’orizzontalità e alla verticalità: la scultura tra radicamento alla terra e conquista del cielo.

Inizia così il dialogo tra le installazioni di Scultura diffusa – 1^ Biennale Città di Pinerolo e la Cava delle Tube di Bagnolo Piemonte (CN), ovvero tra le opera d’arte di Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo e il loro luogo d’origine.

Protagonista la terra, si direbbe.
La cava è il racconto geologico della terra, un pezzo di storia della natura.
E in questa storia entra a far parte anche la vita dell’artista che diventa parte della pietra, prima ancora che diventi scultura. Le forze della natura, che durante i millenni hanno forgiato la materia, trovano continuazione nella mano dello scultore. Lavorata in alcune parti, lasciata al grezzo in altre, la pietra si dimostrata più che mai prodotto geologico in cui l’artista ha ritrovato, metaforicamente, le origini della morfologia terrestre.
E così la contemporaneità della scultura si confronta con la l’antichità della pietra; ma nella realtà i ruoli si ribaltano, è la storia millenaria della pietra a rendere contemporanee le sculture.

Protagonista il cielo, si direbbe.
La cava è il monumento all’azzurro, la verticalità che sogna il cielo.
L’anima sepolcrale della pietra convive con questo spirito vitale. Una tensione all’insù che si fa geometria, dove texture naturali e artificiali si combinano e confondono a vicenda.
Linee, crepe, venature e tessiture della pietra ma anche, tagli, fessure e spaccature mostrano i segni di un antico lavoro. La fenditura spezza ed esorcizza la nervatura stessa. La pietra di Luserna, con le sue gradazioni variegate di grigio e dalla grana compatta, diventa motivo di una narrazione grafica.

“La rappresentazione del cielo in scultura non esiste” – così notano gli artisti-architetti Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo.
Ed ecco invece la novità nelle opere di Scultura diffusa 2019: attraverso l’estetica del profilo, danno forma allo spazio vuoto inteso anch’esso come materia scultorea e suggeriscono una nuova idea di cielo. “L’obiettivo è lavorare sull’orizzonte come linea di demarcazione tra cielo e terra, sulla geometria delle cose, sui pieni e sui vuoti per dare nuova interpretazione alla rappresentazione del cielo”.

Pietre che parlano, si direbbe.
E ci raccontano una storia, quella delle opere di Scultura diffusa 2019, nate nella cava, alle origini della terra.
Gli artisti sono coloro che generano un’eredità inconsapevole, non solo gemmazioni dirette. Con il loro lavoro, con la loro vita è come se avessero sparso dei semi, senza logica o prospettiva apparente. Sta a noi riconoscere il frutto del loro operare.


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www.sculturadiffusa.it

Landmark, 2019
Taglio laser su acciaio corten ossidato e pietra di Luserna
Piazza Facta, Pinerolo (TO)

Il portale, 2019
Taglio laser su acciaio corten ossidato e pietra di Luserna
Piazza S. Donato, Pinerolo (TO)

Credits: F. Calabrò, N. Dell'Aquila