Una doppia personale dove pittura e scultura si confrontano, si influenzano e si alimentano reciprocamente: oltre alla rivelazione conoscitiva ed emozionale, emerge un lato misterioso apprezzabile da chi le osserva.
Giovanni Borgarello e Luigi Porporato con le loro immagini, che traggono ispirazione dalla realtà, trasmettono messaggi allontanandosi da un’arte puramente decorativa.
Le opere lignee di Giovanni Borgarello, simboleggiano la tensione verso l’Assoluto e la ricerca di bellezza che ogni artista insegue da sempre.
Il soggetto è la donna, archetipo dell’origine, che si protende verso l’alto acquisendo una spiritualità quasi arcaica. La materia è il legno, elemento naturale: anch’esso si collega allo spirito e richiama il dualismo platonico, lo spirito che vuole uscire dalla materia ma che, per paradosso, non esiste senza di essa. Nel ciclo di opere esposte, quello di Borgarello può essere definito come uno spiritualismo laico in quanto l’essere umano è comunque posto al centro della ricerca, dell’indagine e della rappresentazione artistica.
Le sue “sagome” sono immobilizzate nell’attimo sottile che precede il movimento, l’azione. Da qui deriva un continuo rapporto dialettico tra immanenza e trascendenza, tra la fisicità e l’idealità, tra il bene e il male. L’animo umano con le sue mille sfaccettature è rappresentato dalla linea morbida o dalla spigolosità di alcune figure: da qui la riflessione sulle eterne questioni esistenziali, a volte eterne e insolute. Concettualmente ci restituiscono l’imago dove è riflessa l’idea della Bellezza pura.
Le opere di Luigi Porporato, oli di medie e grandi dimensioni, aprono squarci inesauribili sull’uomo che può vivere e immergersi, o addirittura indossare, paesaggi impalpabili, scevri o con poche strutture urbanistiche o visuali nettamente distinte dal concetto di imitazione della natura, semmai contengono alla radice un naturalismo audace e quanto mai empatico. Il suo è un rapporto misterioso, cosciente o inconsapevole con la natura degli USA, rigogliosa e materna. É un colloquio intimo ed immediato.
Da un viaggio nato negli Stati Uniti incamera paesaggi che trasforma in esperienze sensoriali: egli struttura, contorna e magicamente si ferma per guardare e lasciare riposare la forma intimamente connessa alla sua vita e al suo risvolto visivo di un attimo vissuto. I suoi paesaggi sono quindi carichi di una vasta risonanza interiore; forme, spesso montagne, che si proiettano nella dimensione simbolica, dove nasce una viva tensione spirituale. A questo si unisce l’emozionante, trascinante dispiegamento cromatico attraverso pennellate dalla forte suggestione poetica, nelle note assorte e contemplative degli azzurri e dei verdi, e in quelle fiammeggianti dei rossi, dei gialli e degli arancio. Un colore dilagante, liquefatto in fluenti onde luminose. Un colore dalla forte identità fisica, ma pronto a farsi veicolo simbolico verso un assoluto che è luce profonda. Questo colore è espressione del pensiero e dell’immaginazione.
Cinzia Tesio
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