Aime Tino

Tino Aime è nato a Cuneo nel 1931 e ha vissuto a Gravere in Val di Susa. Dopo aver frequentato la Libera Accademia di Torino sotto la guida di Idro Colombi ha iniziato a esporre come scultore per poi dedicarsi alla pittura e alla grafica, oggi riconosciuto tra i massimi maestri incisori. Al suo attivo più di milleduecento lastre incise, si dedica da sempre alla scultura con opere in bronzo, legno e pietra, sapientemente fatte dialogare con le antiche porte-finestre recuperate.
Dal 1963 ad oggi ha esposto incessantemente e conseguito riconoscimenti in Italia, Francia, Romania e Stati Uniti. In Provenza ha inciso e dipinto il mondo di Federico Mistral. Queste opere sono state esposte in una mostra itinerante nei musei di Gap, Marsiglia, Digne, Draguignan, Aix en Provence e Nizza. Dal 1983 le sue opere sono presenti sul prestigioso catalogo Prandi di Reggio Emilia. Nel 1997 la Provincia di Torino ha realizzato un calendario interamente dedicato alla grafica di Aime. Ha realizzato il bozzetto per il francobollo commemorativo di Galileo Ferraris emesso il 7 febbraio 1997. La Regione Piemonte gli ha dedicato una personale nel Palazzo della Regione a Torino. Nel 1997 ha realizzato il dipinto per il Palio di Susa ed il bozzetto per il biglietto della Lotteria Italia Susa-Moncenisio. Ha realizzato il monumento per il Centenario della corsa automobilistica in salita Susa-Moncenisio collocato nel 2007 a Gravere. Espone alla Fiera della Parola presso l’Archivio Storico Olivetti di Ivrea, partecipazione ripetuta nel 2009 e 2010. Del 2009 è anche l’importante mostra presso l’Espace Wallonie di Bruxelles dal titolo Piemonte, Confins du Silence voluta dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino e ripetuta nel 2010 al Palazzo delle Feste di Bardonecchia. Nel 2011 espone nella Chiesa di Santa Marta a Ivrea e sempre nello stesso anno ottiene, a Santo Stefano Belbo, il premio Una vita per l’arte dal Centro Pavesiano, Museo Casa Natale. Nel dicembre 2011 viene inaugurata una mostra antologica al Museo della Montagna di Torino I Segni del Silenzio. Nell’estate del 2012 espone ad Aosta nella Chiesa di S. Lorenzo, mostra a cura della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Nel 2013 è invitato alla rassegna Alpi dell’Arte nel complesso Monumentale Chiesa di San Francesco a Cuneo e in seguito nella Chiesa di San Domenico ad Alba. Amico di scrittori e poeti come Lorenzo Mondo, Davide Lajolo, Nuto Revelli, Mario Rigoni Stern, Laura Mancinelli, Nico Orengo, Massimo Mila e molti altri che gli hanno dedicato pagine letterarie raccolte nel volume Caro Tino….lettere ad un amico pittore e che hanno accompagnato numerose cartelle di incisioni.
Muore a Gravere in Val di Susa l’11 luglio 2017.
L’archivio è gestito dall’Associazione Tino Aime.


Le sue opere sono stati d’animo, sussurri, suoni. Dall’ampia finestra dello studio di Gravere, Tino Aime osserva lontani sentieri, il cielo, i tetti imbiancati e gli orti con alberi spogli e raggelati dove una vecchia bicicletta segna il trascorrere di un tempo di memorie. «Dipingo tutto ciò che mi dà un senso di poesia e di armonia. E tutto quello che dipingo è ricollegabile ai ricordi e alle emozioni che vengono dalle mie montagne e dalle mie radici occitane», ha detto Tino. Ecco allora le baite sepolte nella neve, i piccoli paesi e le borgate abbandonate, la montagna povera, quella della gente che vuole vivere la montagna e vivere in montagna, con sacrificio ed abnegazione. I lavori di Tino Aime sono carezze gentili che si prendono cura degli oggetti, dei paesaggi, dei volti, delle bestie di cui si occupano; sono racconti di una cultura, pagine di un diario, suggestione di incontri con la gente di montagna in case silenziose «con i camini che non fumano»; sono capitoli di un libro che descrive generazioni di uomini capaci di «alzare un muro di una stalla e di un fienile, e poi una vera casa; e dopo si sono messi a dissodare un orto volto a mezzogiorno, roncare un fianco cespugliato, terrazzare e seminare fin dove le rocce lo permettevano…».
Il fascino di una realtà di montagna rivisitata, l’essenza di una stagione che si rinnova e riscopre luoghi, sogni ed emozioni.

Valter Giuliano – Vorrei dipingere l’aria

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